i tuoi post sono sempre fonte di disagio. La attenzione e la conoscenza che ti distinguono, rispetto alla ignoranza becera e violenta dei governanti del modo alimentano un fosco pessimismo.
Colgo però l'occasione per chiedere il tuo parere sulla gestione del vetro che mi sembra un abominevole spreco energetico.
L'impatto ambientale di un materiale va analizzato lungo l'intero arco della sua vita. Il vetro è uno dei pochi materiali riciclabili virtualmente all'infinito e anche se abbandonato in ambiente, risulta completamente inerte a livello biochimico.
L'energia utilizzata per riciclarlo è inferiore a quella per il vetro vergine (una stima assegna al vetro riciclato un risparmio di 246 kgCO2/tonnellata) e la raccolta in Italia supera il 77%. In alcuni Paesi si separano anche i colori, per aumentare la qualità della materia prima seconda. Nel mondo, siamo ancora indietro (ca. 21% riciclato in media), ma non richiedendo impianti diversi da quelli produttivi, è anche semplice ed economico implementare una filiera del riciclo: basta raccoglierlo.
Pertanto, non ritengo che il vetro - nel bilancio complessivo - sia un materiale inquinante, anzi. Basterebbe alimentare i forni ad elettricità invece che a gas (e raccoglierlo con mezzi elettrici) per abbatterne le emissioni.
Dalla tua risposta prendo atto che il ciclo è più virtuoso di quello che immaginavo ma mi resta la perplessita di decine di bottiglie tutte uguali che vengono frantumate e nuovamente fuse per rifarle eguali a prima. Quando ero bambino c'era ancora la raccolta dei vuoti (latte, birra, acqua) che funzionava con lo stesso camiom che portava le bottiglie piene. Mi sembra ancora che sia il sistema più efficente
Certamente. Il fatto che sia ecologicamente conveniente utilizzare e riciclare il vetro, non significa che il sistema attuale in vigore in Italia sia il migliore.
Anch'io riportavo i vuoti per farli lavare e ririempire. Il sistema del vuoto a rendere sta tornando di moda (non solo con il vetro, in Nord Europa sono tanti i Paesi che da decenni che riutilizzano la plastica, ne ho parlato qui: https://ascanio.substack.com/p/che-sara-mai-un-rifiuto) ed è sicuramente più virtuoso.
Richiede un impegno economico e logistico maggiore e il ripristino di canali di "reverse logistics" da parte dei singoli vendor o un sistema pubblico di raccolta e smistamento. Ci sono piccole nicchie in Italia in cui si sta riprendendo, seppure molto a rilento.
Questo vale per alcune tipologie di contenitori (anche se dovrebbe essere fatto con tutti), poiché per altri risulta anti-economico.
Io rispondevo in generale sul materiale, non nel particolare delle bottiglie per bevande. Il vetro è utilizzato in tanti tipi diversi di packaging.
Quello che trovo strano è che adesso in Italia fanno addirittura la pubblicità per indurre le persone a portare il vetro nelle campane di raccolta magnificando le virtù del riciclo del vetro. Essendo ormai diventato un vecchio sospettoso ed astioso questa circostanza che spendano dei soldi per fare spot sulle maggiori reti televisive mi fa sospettare che i risultati economici per i protagonisti di questa filiera non siano banali.
Le economie di scala di un sistema ormai diffuso e la reticenza - particolarmente quella italiana - a ragionare sul valore dell'investimento in un sistema di raccolta di qualità superiore (anche di questo ne ho parlato in più di una Pillola che trovi nella sezione "Materiali"), rendono difficile un intervento rapido per modificarlo. Chiaro che convenga, tranne che nel caso della plastica, la materia prima costa di più.
Tuttavia, come spesso succede, è lo status quo a dominare. Abbiamo abbandonato il vuoto a rendere nei primi anni 90, rinnovare 30 anni dopo perché ecologicamente più conveniente, ma dovendo investire nella rimodulazione della catena di raccolta e separazione, sarebbe come dire che il governo dovrebbe distribuire pannelli solari gratis invece di investire in rigassificatori, perché sulla lunga ci risparmierebbe per tutte le ripercussioni positive sulla spesa pubblica.
Una cosa è l'evidenza tecnico-economica, un'altra è la visione politica e la capacità di assumersi le responsabilità di un cambiamento che non porta necessariamente voti o consulenze al politico di turno.
Caro Ascanio
i tuoi post sono sempre fonte di disagio. La attenzione e la conoscenza che ti distinguono, rispetto alla ignoranza becera e violenta dei governanti del modo alimentano un fosco pessimismo.
Colgo però l'occasione per chiedere il tuo parere sulla gestione del vetro che mi sembra un abominevole spreco energetico.
Grazie, Augusto.
L'impatto ambientale di un materiale va analizzato lungo l'intero arco della sua vita. Il vetro è uno dei pochi materiali riciclabili virtualmente all'infinito e anche se abbandonato in ambiente, risulta completamente inerte a livello biochimico.
L'energia utilizzata per riciclarlo è inferiore a quella per il vetro vergine (una stima assegna al vetro riciclato un risparmio di 246 kgCO2/tonnellata) e la raccolta in Italia supera il 77%. In alcuni Paesi si separano anche i colori, per aumentare la qualità della materia prima seconda. Nel mondo, siamo ancora indietro (ca. 21% riciclato in media), ma non richiedendo impianti diversi da quelli produttivi, è anche semplice ed economico implementare una filiera del riciclo: basta raccoglierlo.
Pertanto, non ritengo che il vetro - nel bilancio complessivo - sia un materiale inquinante, anzi. Basterebbe alimentare i forni ad elettricità invece che a gas (e raccoglierlo con mezzi elettrici) per abbatterne le emissioni.
Dalla tua risposta prendo atto che il ciclo è più virtuoso di quello che immaginavo ma mi resta la perplessita di decine di bottiglie tutte uguali che vengono frantumate e nuovamente fuse per rifarle eguali a prima. Quando ero bambino c'era ancora la raccolta dei vuoti (latte, birra, acqua) che funzionava con lo stesso camiom che portava le bottiglie piene. Mi sembra ancora che sia il sistema più efficente
Certamente. Il fatto che sia ecologicamente conveniente utilizzare e riciclare il vetro, non significa che il sistema attuale in vigore in Italia sia il migliore.
Anch'io riportavo i vuoti per farli lavare e ririempire. Il sistema del vuoto a rendere sta tornando di moda (non solo con il vetro, in Nord Europa sono tanti i Paesi che da decenni che riutilizzano la plastica, ne ho parlato qui: https://ascanio.substack.com/p/che-sara-mai-un-rifiuto) ed è sicuramente più virtuoso.
Richiede un impegno economico e logistico maggiore e il ripristino di canali di "reverse logistics" da parte dei singoli vendor o un sistema pubblico di raccolta e smistamento. Ci sono piccole nicchie in Italia in cui si sta riprendendo, seppure molto a rilento.
Questo vale per alcune tipologie di contenitori (anche se dovrebbe essere fatto con tutti), poiché per altri risulta anti-economico.
Io rispondevo in generale sul materiale, non nel particolare delle bottiglie per bevande. Il vetro è utilizzato in tanti tipi diversi di packaging.
Quello che trovo strano è che adesso in Italia fanno addirittura la pubblicità per indurre le persone a portare il vetro nelle campane di raccolta magnificando le virtù del riciclo del vetro. Essendo ormai diventato un vecchio sospettoso ed astioso questa circostanza che spendano dei soldi per fare spot sulle maggiori reti televisive mi fa sospettare che i risultati economici per i protagonisti di questa filiera non siano banali.
Le economie di scala di un sistema ormai diffuso e la reticenza - particolarmente quella italiana - a ragionare sul valore dell'investimento in un sistema di raccolta di qualità superiore (anche di questo ne ho parlato in più di una Pillola che trovi nella sezione "Materiali"), rendono difficile un intervento rapido per modificarlo. Chiaro che convenga, tranne che nel caso della plastica, la materia prima costa di più.
Tuttavia, come spesso succede, è lo status quo a dominare. Abbiamo abbandonato il vuoto a rendere nei primi anni 90, rinnovare 30 anni dopo perché ecologicamente più conveniente, ma dovendo investire nella rimodulazione della catena di raccolta e separazione, sarebbe come dire che il governo dovrebbe distribuire pannelli solari gratis invece di investire in rigassificatori, perché sulla lunga ci risparmierebbe per tutte le ripercussioni positive sulla spesa pubblica.
Una cosa è l'evidenza tecnico-economica, un'altra è la visione politica e la capacità di assumersi le responsabilità di un cambiamento che non porta necessariamente voti o consulenze al politico di turno.